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La felicità delle donne


Il 7 Settembre abbiamo partecipato ai seminari de' Il Tempo delle Donne a cura de' Il Corriere della Sera con Io Donna e Valore D. "Dalla beatitudo alla tecnofelicità" è stato un viaggio nel tempo alla scoperta della felicità delle donne.

Fin dall'Antico Regno Egizio (2500 a.C.) e a seguire nel Nuovo Regno (1500 a.C.), come ci ha raccontato la Professoressa Buzi, le donne hanno sempre rincorso la felicità.

Gli Antichi Egizi hanno dato ampio spazio al benessere, infatti erano una società incredibilmente avanzata che non dovendo affrontare problemi di sopravvivenza grazie al Nilo si poteva dedicare all'istruzione, alla cultura, allo sviluppo delle proprietà e ricchezze, al benessere e alla cura della persona.

In particolare nel Nuovo Regno donne e uomini avevano una grande consapevolezza del proprio ruolo sociale e delle proprie possibilità all'interno di una gerarchia basata sì sul potere e ricchezza ma anche sul livello culturale.

Si attesta che il primo sciopero della storia fu sotto il regno di Ramesse III, primo segnale di contrapposizione tra sovrano e sacerdozio di Amon. I cittadini del villaggio degli artigiani e delle artigiane chiedevano di ricevere la propria paga corrisposta in beni come verdure, pesce, unguenti e vesti e questo conferma come fin dal livello della classe operaia la qualità di vita fosse alta.

Le donne egizie si occupavano della produzione di cosmesi, unguenti medicali, profumi e trucchi.

Anche la prima donna medico si attesta ai tempi dell'Antico Regno (IV dinastia) e questo conferma la grande possibilità di emancipazione femminile che raggiunge il suo culmine con la sovranità delle "donne faraone", prima fra tutte per importanza: Hatshepsut.

Anche il Professor Caranzano ci ha dato modo di scoprire come anche nell'Epoca Romana il ruolo della donna abbia avuto una sua rilevanza.

Pur in una gerarchia patriarcale, la donna ha spesso avuto modo di auto sostentarsi attraverso la vendita di prodotti e questa piccola indipendenza economica l'ha spesso aiutata a ottenere momenti di benessere personale.

Tuttavia la figura della donna Romana è più strettamente legata alla dimensione famigliare nella quale si occupa di dar vita alla progenie, crescerla ed educarla. Essendo la mortalità infantile molto alta, questo compito è sempre stato arduo e al centro della vita dei Romani per soddisfazione personale e sviluppo della società.

Altro ruolo della donna Romana, come si è potuto osservare da diversi reperti giunti ai nostri tempi, era quello del supporto al marito a livello famigliare ma anche pubblico sociale.

Sono state però anche narrate donne gladiatrice e guerriere, in particolare al riguardo si ricorda il valore della regina illirica Teuta.

La felicità pertanto sembra fin dalle epoche più antiche della storia dell'uomo il risultato di relazioni e obiettivi.

Al giorno d'oggi, con il benessere primario che scorre nelle nostre società, si può ampliare il concetto di felicità e soddisfazione della donna anche al benessere e alla produttività aziendale, dove per aziendale ci si riferisce al gruppo e al singolo dipendente in relazione con il gruppo.

Da oggi e nel futuro sarà sempre più rilevante l'analisi dell'ambiente lavorativo, in quanto luogo dove più si trascorre la propria vita, per lo sviluppo del benessere individuale.

Per questo si è ormai confermato che la futura frontiera dello sviluppo personale e sociale saranno principalmente due elementi: la promozione di team misti per competenze, genere, comportamenti e culture e la promozione dell'uso di strumenti tecnologici, senza i quali sarà impossibile progredire e farlo nell'interesse del benessere psicofisico del dipendente.

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